L'andamento dei mercati costringe Intesa Sanpaolo a fare un passo indietro: con un annuncio a sorpresa, la banca guidata da Corrado Passera ha deciso di rimandare la quotazione di Immit, la società in cui sono confluiti 285 immobili del gruppo. Ieri si sarebbe dovuta chiudere l'offerta delle azioni, ma è arrivata una nota in serata che annunciava la sospensione della procedura di quotazione. Che la situazione fosse difficile, comunque, si era capito: il periodo di collocamento era stato già allungato di una settimana rispetto alle previsioni iniziali.

«Intesa Sanpaolo SpA e Immit Immobili Italiani SpA, sentite Banca IMI e Lehman Brothers in qualità di coordinatori dell'offerta, hanno stabilito di procedere al ritiro integrale dell'offerta di vendita delle azioni ordinarie Immit » recita il comunicato. Fra le ragioni del rinvio ci sarebbe, secondo fonti di Intesa Sanpaolo, la perdurante difficoltà del mercato. Non viene comunque abbandonato l'obiettivo di portare la società in Borsa, come ha precisato lo stesso comunicato della banca: «è nostra intenzione riproporre la quotazione- è scritto nella nota - in un momento di maggiore stabilità dei mercati finanziari ». Magari già nel prossimo autunno, è l'auspicio di Intesa. Certo che per beneficiare del regime agevolato riservato alle Siiq (Società d'investimento immobiliare quotate)a partire dal primo gennaio 2009, Immit dovrebbe approdare a Piazza Affai entro fine anno.

La decisione di rimandare a data da definirsi l'operazione è arrivata «nonostante l'apprezzamento e l'interesse manifestato dagli investitori nel corso del roadshow che ha toccato le principali piazze europee e statunitensi», perché «le avverse condizioni dei mercati finanziari durante il periodo di svolgimento dell'offerta non hanno consentito di valorizzare pienamente la solidità della società e le sue prospettive», continua il comunicato.

L'offerta prevedeva il collocamento del 51% dal capitale sociale, riservato per il 70% a investitori istituzionali italiani ed esteri (compresi gli Usa) e per il 30% al mercato retail attraverso la rete Intesa Sanpaolo. E proprio quest'ultimo particolare rischiava di trasformarsi in boomerang: se il titolo in Borsa avesse dovuto affrontare forti ribassi, il rapporto di fiducia con i correntisti della banca avrebbe potuto subire dei contraccolpi.D'altra parte poi Immit sarebbe stata la prima Siiq ad arrivare in Borsa con una normativa che presenta ancora delle anomalie. Come,ad esempio,l'aliquota al 20% sui dividendi incassati da persone fisiche contro il 12,5% pagato sui dividendi delle altre società. La misura era stata adottata nell'ottica di un'armonizzazione europea dei proventi finanziari, non ancora realizzata.

L'introduzione delle Siiq in Italia va sicuramente nella direzione delle esperienze internazionali. La formula infatti è nata negli anni '60 negliStati Uniti, nota come Real estate investment trust (Reit), ed è stata esportata in Europa. La legge istituiva è comunque perfettibile, secondo molti analisti, che osservano come nel Regno Unito e in Germania il dibattito sia stato più lungo e più approfondito.

 

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